Nuovi mondi

Regia: Andrea Fenoglio, Diego Mometti / Produzione: Fondazione Nuto Revelli OnlusPulsemedia / Origine: Italia

La fame, l’emigrazione, l’abbandono delle montagne e l’avvento di un nuovo mondo: un grande affresco di storie, un intenso documento che prende avvio dalle originali testimonianze di contadini e montanari delle valli cuneesi raccolte da Nuto Revelli (“Il Mondo dei vinti” e “L’anello forte”) per poi intrecciarsi a quelle dei loro discendenti, uomini e donne contemporanei ancora cittadini di quelle terre trasformate.
Voci di ieri e di oggi che si mescolano alle immagini del paesaggio cuneese: un territorio fatto di resti, cicatrici, cimeli che visualizzano le distanze e le correlazioni tra la civiltà contadina e il presente post-industriale. Così il film mostra un susseguirsi di tracce: vestigia delle borgate montane e stratificazioni del paesaggio rurale che si intrecciano a fabbriche abbandonate, ruderi dell’abusivismo edilizio, capannoni commerciali nati già relitti.
Una ripresa e attualizzazione dei grandi temi revelliani che attraversano tutto il ‘900 e arrivano ai giorni nostri segnati dalla difficoltà politica e sociale di ordinare e guidare trasformazioni epocali.

Nuovi mondi

Regia: Andrè Waksman / Produzione: Vision Internationale / Origine: Italia-Francia

Nel 1943 Saint-Martin-Vésubie, un villaggio delle Alpi Marittime, situato a 64 km a nord di Nizza, a 1000 metri d’altitudine, si ritrovò trasformato in un vero e proprio « shtetel » ebraico. Si sentiva parlare più spesso l’Yiddish, il Polacco o l’Ungherese, che il Francese o il Provenzale. Famiglie in fuga da anni dal nazismo, qui provarono a dimenticare la guerra. I praticanti andavano in sinagoga, i bambini tornavano a scuola e i giovani, ebrei e locali, spesso ballavano la notte.
Nel massiccio del Mercantour, sotto la protezione delle forze di occupazione italiana e grazie alla disponibilità di molti abitanti, 1200 ebrei stranieri conobbero una pausa di pace per il tempo di un’estate.
Poi venne settembre, l’armistizio tra l’Italia e gli alleati, e la fuga degli ebrei e delle truppe italiane attraverso le montagne verso l’illusione di una sicurezza in Piemonte, mentre i tedeschi invadevano contemporaneamente le Alpi Marittime e il Nord Italia.
«Il tempo di una tregua» è la storia eccezionale di un’intesa tra gli occupanti italiani, gli abitanti locali e i rifugiati ebrei. È anche la storia del «tempo dei Giusti», durante l’occupazione tedesca dei due versanti delle Alpi.

Regia: Remo Schellino / Produzione: Polistudio di Remo Schellino / Origine: Italia

La solitudine come scelta, la montagna come casa. Il documentario racconta la storia di Armando Sereno, l’anziano pastore che vive isolato in una casa ai piedi del Monto Antoroto, a Valdinferno, una frazione di Garessio, in provincia di Cuneo. Armando parla della solitudine, della montagna e dello spopolamento che l’ha colpita, degli animali e della loro vita segreta, delle stagioni con le loro grazie e i loro inferni, della guerra, l’unico motivo che lo ha portato via dalla sua baita.
Reduce della Campagna di Russia, ricorda con precisione quella fase della sua vita e ciò che la guerra gli ha mostrato del mondo.
E poi narra la gioia, lo stupore del ritorno, talora insperato, la tranquilla felicità di potersi ancora dedicare a quegli antichi, rituali gesti, che hanno fatto la sua vita.
In un mondo traboccante di oggetti e desideri indotti, prodotti artificialmente da standard pubblicitari che descrivono un’unica possibile parabola di felicità e che determinano scelte obbligate e sforzi immani quanto inutili di adeguamento, la sua storia è forse un messaggio non voluto, un richiamo alla bellezza dell’essenzialità e alla pace che può regalare la semplice riduzione dei bisogni, la “luce dentro” che riesce ad accendere.

 

Regia: Federico Tinelli / Produzione: Stefano Cavallotto / Origine: Italia-Bolivia

In lingua quechua significa “gente di Kami”. Kami è un centro minerario arroccato a 4000 metri, nel cuore della Bolivia. Girato nel 2001, questo film racconta storie di minatori e contadini indigeni che lottano per sopravvivere. La storia di un uomo che da anni, mosso da un pizzico di follia, lavora ostinatamente per trasformare un sogno in realtà.

Regia: Michele Radici / Produzione: Michele Radici

Il film che ha lanciato la carriera di Alain Robert come climber di grattacieli.

Nuovi mondi

Regia: Michele Radici / Produzione: Istituto Luce / Origine: Italia

Storia a soggetto che racconta il dramma umano di uno sciatore estremo. Giorgio Passino, dopo mesi di allenamento con il suo miglio amico, Stefano De Benedetti, giunto in vetta, scopre che lo strato di neve è insufficiente per dare al secondo sciatore quel minimo di sicurezza che rende queste imprese degli exploits e non dei tentativi di suicidio. Contemporaneamente alla storia di Giorgio, le riprese seguono il lento trasformarsi della parete, durante le stagioni, fino al momento in cui una ennesima nevicata la mette “in condizioni”. Giunti in vetta all’Aiguille Blanche è lasciato all’amico l’onore e il rischio della prima discesa su pendii di neve e ghiaccio, rocciosi per la maggior parte dell’anno. Un film leggendario per tutti gli alpinisti e sciatori dell’estremo, con un maestro dei film d’avventura e di montagna come Michele Radici alla regia e Stefano De Benedetti, leggenda vivente dello sci estremo come attore principale.

 

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Regia: Stefano Cavallotto / Produzione: Arianna Nicola

In Perù sono migliaia le bambine provenienti dai villaggi andini che, spesso anche molto piccole, si trasferiscono in città per lavorare come domestiche, illudendosi di poter ricevere, così come promesso dalle famiglie che le ospitano, un'istruzione scolastica.
Nella maggior parte dei casi in realtà le bambine vengono segregate in casa, maltrattate, non pagate, obbligate a fare lavori molto pesanti. E non di rado sono vittime di abusi. Dopo anni di lontananza dalla famiglia spesso non ricordano neppure da dove vengono, e si ritrovano sole, a volte senza una casa, esposte al pericolo della violenza e della miseria.
A Cusco esiste un centro che si occupa di loro, dove si intrecciano le loro storie. Identità fragili, appese a sottili fili di memoria.
Cinque donne raccontano la loro storie di ex trabajadoras del hogar. Storie di sofferenze, di violenza, di abbandono. Ma anche di riscatto, di lotta per i propri diritti, di recupero di un'identità. Storie che possono diventare fili con cui tessere nuove trame di vita, fili a cui aggrapparsi per ritrovare il coraggio di sognare.

Regia: Nelo Risi / Produzione: RAI Radio Televisione Italiana

Michele ha combattuto in Etiopia, Spagna, Albania, Grecia. Dopo l ́8 settembre ritorna a casa: è sempre stato fascista, ha creduto nelle cause per cui ha lottato, ma ora è stanco. La guerra tuttavia non è finita, anzi si è inasprita. I suoi camerati lo vogliono ancora con loro, ma questa Repubblica Sociale, un tempo vagheggiata, che ora giunge imposta dalle armi delle SS non lo convince. Michele rifiuta di tornare con i fascisti, ma la situazione non permette di restare neutrali. È giunto il momento delle scelte. Michele prende contatto con i partigiani, riesce a superarne la diffidenza. Alla fine ne abbraccia gli ideali e si unisce a loro sulle montagne.

Regia: Ermanno Olmi / Origine: Italia

“Il racconto della Stura” è un breve documentario diretto da  Ermanno Olmi nel 1955. Il regista, allora ventiquattrenne,  girava brevi filmati per pubblicizzare l’opera della Edison. Il cortometraggio racconta la costruzione di una centrale idroelettrica in Valle Stura, con captazioni che arrivano dai valloni Rio Freddo, Rio Bagni e Rio Sant’Anna.

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